Un «confesso che ho vissuto» firmato da Pietro Martinelli e Roberto Antonini. Un incontro-intervista che si trasforma in biografia. Una storia che non è solo quella di un uomo ma anche del Ticino.
Nel primo inverno di pandemia, quel periodo in cui le diverse Autorità europee sono state chiare («state a casa») e il Ticino ancora peggio riguardo agli anziani («andate in letargo!»), il giornalista Roberto Antonini si è occupato di uno dei politici più importanti (e interessanti) della recente storia cantonale: Pietro Martinelli. I dati ufficiali su di lui dicono: 20 anni di Gran Consiglio e 12 di Consiglio di Stato, preceduti da un’espulsione dal Partito socialista e dalla fondazione del Partito Socialista Autonomo (nel 1967). Decenni e decenni di attività politica, con cambiamenti di ruolo e responsabilità. Tutti pensano di conoscere il politico socialista ma ovviamente non è così: c’è tanto altro. La vita non è solo quella messa a fuoco dalle luci della ribalta, televisiva o giornalistica che sia. C’è tutto un dietro le quinte e ad Antonini è venuta voglia di andare a scoprire. Magari mettendo la lente di ingrandimento su aspetti solo apparentemente minori (tutta la vita «pre-politica»: la scuola obbligatoria, la formazione, il mondo studentesco…) o andando a intrufolarsi nelle pieghe che il cittadino comune ha potuto solo immaginate (come saranno stati i rapporti con i diversi colleghi di governo con i quali si è trovato a collaborare ? e con i funzionari sempre tutto bene ? e all’interno del partito? e le amicizie ? le letture ? le passoni ?… ). Tanti fatti e tantissime opinioni, e pensieri, interpretazioni. Per dirla con un titolo di film: «Tutto quello che avreste voluto spere e non avete mai osato chiedere». Nasce così «Le battaglie di una vita» in queste settimane stampato da Casagrande. Non si tratta di una beatificazione, o di un pur meritato riconoscimento ad una persona che, lo si può affermare senza tema di smentita, ha «lasciato il segno».
Roberto Antonini, va detto subito, è preparato, documentato e puntuale. Certe sue domande sembrano rasoterra ma poi scavano. E fanno da volano alle successive, come enciclopedia della buona intervista comanda. Nessun argomento viene evitato: congressi, articoli, discorsi. Dalla prima infanzia, non proprio all’acqua di rose (tra Milano, Zurigo e Lugano) all’arrivo in governo. Senza eludere «forti esperienze», come quella dell’Africa (in pratica confinato dal «Berufsverbot» allora vigente, e certificato da Argante Righetti) e situazioni che hanno fatto parlare, magari anche per niente, tipo il «caso Baragiola». E qui abbiamo citato a caso. L’ atteggiamento di partecipata e onesta curiosità del giornalista è uno dei grandi meriti di questo libro.
Pietro Martinelli poi mette il tutto il resto. Sembra quasi lusingato dall’attenzione rivoltagli ma è una solo una percezione. Infatti nelle risposte il suo DNA matematico emerge subito, diremmo a ritmo continuo. Cita contesti, ricorda situazioni, racconta emozioni del momento senza mai mancare di trasmettere la passione civile che l’ha caratterizzato. E aggiunge riflessioni analitiche che da sole valgono la spesa del libro. «Passione e ragione», riassume nella prefazione Antonini, e non vi è nulla da aggiungere. O forse sì, l’onestà a 360 gradi (quindi anche quella intellettuale, non proprio così frequente nell’agone politico): tutte doti che l’hanno portato ad essere amato dalla sinistra e rispettato dalla destra. Perché praticate con naturalezza, ecco. Inoltre il suo sguardo continuo verso l’universale, o ideale, pur narrando di fatti locali.
L’intervista, seguendo la linearità temporale, arriva fino ai nostri giorni.
Ovviamente non mancano i risvolti familiari (una volta diplomato al politecnico si è sentito omaggiare dal fratello maggiore con un «Ma alura ta set inteligent anca ti») dalla giovinezza fino alle spiegazioni sugli attuali compiti scolastici dei nipoti («Sparta» è il simpatico nomignolo che gli hanno assegnato). La passione, mai spenta, per la montagna e la curiosità per quanto avviene qui e nel mondo. Decisamente una biografia che va conosciuta perché, semplicemente, «parla anche di noi, singoli cittadini ticinesi». Perché in questo racconto ogni lettore di una certa età si rapporta a queste situazioni: basta un nome (mettiamo: Losinger, Orta, Thermoselect…) e, a dipendenza dell’età, ogni lettore ripercorre mentalmente il periodo.
Complete ed esaustive le ultime pagine, con la cronologia e l’impressionante indice dei nomi. Un libro da leggere.
«Le battaglie di una vita», 2021, di PIETRO MARTINELLI, a cura di ROBERTO ANTONINI, ed. Casagrande, 2021, pag. 262, Fr. 33,00.