Fra i tanti personaggi che da sempre popolano il Circo Barnum del festival di Sanremo, quest’anno, a spiccare è stata Drusilla Foer, una delle conduttrici della kermesse canora al fianco di Amadeus. Drusilla, alias Gianluca Gori, il brillante artista fiorentino che ha dato vita a un personaggio di grande successo, soprattutto grazie al suo profilo Instagram ogni giorno ricco di pensieri, idee e racconti di vita quotidiana. Una nobildonna dal carattere forte e ribelle che dal palco dell’Ariston, col il suo messaggio, è arrivata al cuore e all’animo di ognuno di noi, ricordandoci come ognuno di noi è unico e speciale a modo suo.
“Ci sono tanti temi che affollano la mia mente, ma non voglio ammorbare il pubblico – comincia così il monologo più bello sentito declamare dal palco del Teatro Ariston di Sanremo – Diversità è una parola che non mi piace, crea distanza, ha qualcosa in sé di comparativo che non mi piace. Le parole sono come gli amanti, quando non funzionano più vanno cambiate”. E allora qual è la parola più adatta a descriverci?
Quella parola è unicità. “Mi piace molto, perché tutti siamo capaci di notare l’unicità dell’altro e pensiamo di essere unici”, confessa Drusilla. Malgrado l’ora tarda in cui va in onda, è ormai l’una e mezza di notte, il suo elogio all’unicità rifranca l’animo dei presenti e di chi, a quell’ora, è ancora davanti al televisore. Ognuno di noi ha pregi e debolezze che ci rendono unici e, per questa ragione, preziosi.
“Sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità – continua Drusilla – A quel punto sarà più probabile aprirsi all’unicità dell’altro, e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana. Vi chiedo di dare un senso alla mia presenza qui, tentando un atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di sé stessi e degli altri. Promettetemi che ci proveremo, ascoltiamo, accogliamo il dubbio, anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio e vergogna”.
È quasi un manifesto politico, il suo. Un messaggio che rimbalza sul web e diventa uno degli argomenti più dibattuti di Twitter e Facebook. Abbracciare l’unicità significa smetterla d’incasellare tutto e tutti. Vuol dire smetterla di giudicare. Di dare i voti con la superbia e la presunzione di chi sa come va il mondo. Per abbracciare l’unicità ci vuole tanta umiltà e il coraggio di lasciarsi stupire. È necessario capire sé stessi, ascoltarsi, accettarsi, non nascondersi. Proprio come nel caso di Mahmood e Blanco, la coppia in gara quest’anno a Sanremo con una canzone che parla di un amore universale, indipendentemente dal genere.