Mettete da parte i quaderni dal carcere di Gramsci, lui poverino in carcere ci ha lasciato le penne. Scordatevi di Papillon, che dopo decenni di isola del Diavolo riuscì a fuggire su una zattera fatta con le noci di cocco.
E saltiamo anche a piedi pari i latitianti come Matteo Messina Denaro, detto “u’siccu” (il magro) che è uccel di bosco da 28 anni. Affrontiamo invece la rocambolesca storia di Darko “Dougie” Deskic, efferato criminale di origine jugoslava e residente in Australia. Il crimine di Deskic? Avere una coltivazione di marjuana. Roba che fa un po’ ridere al giorno d’oggi, dove la legalizzazione della canapa è realtà in molte nazioni e Stati e che è avviata probabilmente entro pochi anni a una legalizzazione generalizzata.
Ma era il 1992 e il povero Deskic si beccava tre anni di prigione, e veniva ingabbiato nel Grafton Correctional Centre nel Nuovo Galles del Sud. Per sua fortuna le colonie penali australiane nei secoli sono sensibilmente migliorate, non vigono più le fustigazioni e i lavori forzati. Com’è come non è, Deskic non ci sta a rimanere dietro le sbarre e dopo 13 mesi evade. Anche perché in quel periodo c’era la guerra civile in Jugoslavia e lui aveva paura di essere rispedito a casa per servire nell’esercito.
Ora, a noi perché dovrebbe interessare la storia di un tizio che è evaso da una prigione australiana 30 anni fa?
Nulla, se non per il caso umano. Darko da quel giorno non si è fermato mai ed è restato latitante per quasi 30 anni e le autorità di polizia australiane non sono mai riuscite a individuarlo. Vero è che l’Australia è vasta e poco popolata e non è la Val Bavona, ma tant’è.
Dopo 29 anni però, Darko decide finalmente di costituirsi. Colpa dello stramaledetto Covid.
Se infatti nei decenni precedenti, Darko era riuscito a sbarcare il lunario, effettuando lavoretti come tuttofare per pagare tutte le sue pendenze in contanti e non lasciare tracce, con l’epidemia di Covid questo è diventato impossibile. Il povero e ribelle mariuolo, si è ritrovato senza il becco di un quattrino e senza la possibilità di lavorare. L’alternativa era di vivere mangiando erbe dell’outback e wallaby delle rocce, una prospettiva meno allettante del carcere.
Ecco allora che la primula rossa del crimine oceanico si è arresa, consegnandosi alle autorità, che invero, seppur perplesse lo hanno immediatamente risbattuto dentro, cosa che peraltro Dark sperava, probabilmente stanco di tirare la cinghia.
Ma Darko, nel tempo, è riuscito a farsi amare dalla comunità in cui ha risieduto negli ultimi anni, e Belle Higgins, figlia di un ricco promotore immobiliare della zona, ha iniziato una crowfounding online per sostenerlo, e permettergli di rifarsi una vita, raccolta che ha fruttato 34’000 dollari. I membri della comunità hanno parlato molto bene di Deskic al giudice (che in 30 anni non ha commesso più alcun crimine), e hanno anche assunto un avvocato per aiutarlo a uscire di prigione.
Il suo avvocato sta lottando per avere il caso di rigore (come per India e al sua famiglia in Ticino) ed evitare a Deskic la deportazione al suo paese, visto che il nostro amico non ha la cittadinanza australiana, e col supporto della comunità, ha chiesto la clemenza per l’ex latitante.
Fossero tutti così i criminali…noi auguriamo a Darko di poter vivere la sua terza età tra canguri ed emù, visto che ormai, la sua terra è l’Australia.