Quando leggerete queste righe i premi Oscar saranno già stati assegnati. Questa lista è dunque da prendere con le pinze.
Premio per il miglior attore non protagonista a Silvio B. e a Matteo S., interpreti di Coda (di paglia). Un film ambientato nella taiga russa e nella tenuta di un leader politico che soffre di sindrome da accerchiamento. I due amici italiani lo consolano e gli rendono omaggio con canti e poesie. Un po’ come in “Totò e Peppino divisi a Berlino” però non capiscono la lingua e finiscono al governo in Italia.
Premio per il miglior film a “Il macellaio”, trasposizione in chiave politica di un best seller erotico di Alina Reyes. Si narra di un presidente americano che si sveglia da un lungo sonno e che parla anche quando dorme, dicendo cose di cui potrebbe pentirsi da sveglio. Le sue collaboratrici e i suoi collaboratori lo rinchiudono nel frigorifero di una macelleria e lui si innamora di un quarto di bue, scambiandolo per la sua fidanzata dei tempi dell’università.
Premio per la migliore interprete femminile alla rappresentante ticinese del Donbass. Nel film “Non aprite quella porta” interpreta un robot creato dai russi che cerca disperatamente di aprire la porta dell’anticamera del proprio cervello. Visionario.
Premio per gli effetti speciali a “Arancia a orologeria”, vicenda intricata di un uomo che si mette in coda per acquistare un prezioso orologio tre giorni prima dell’apertura del negozio. Quando scocca l’ora, deve andare in bagno ed è travolto dalla folla che sciama nel negozio. Un impiegato ha pietà di lui e gli regala una buccia di arancia a forma di orologio che ha pazientemente intagliato negli anni. Lui la vende all’asta, spacciandola per un’opera di Banksy.
Premio per la miglior sceneggiatura originale a “La grande abbuffata”, un film che racconta con delicatezza la cena pantagruelica di una dozzina di giovani con maglie azzurre che finiscono per annegare in una Macedonia gigante.