A guidarla è il sindaco Eric Piollle, ingegnere del partito dei verdi. È la città di Grenoble, in Francia, che ha ricevuto per il 2022 il premio come capitale verde europea.
Le cose si stanno muovendo davvero e Grenoble, con altre città, è davvero uno spartiacque a livello ecologico. Cose che sembravano fantascienza solo 15 anni fa, oggi sono una realtà non solo consolidata, ma in divenire.
160’000 cittadini e un agglomerato di 450’000 persone (grossomodo la città di Zurigo) Grenoble si situa ai piedi delle alpi francesi, dove ha vissuto i suoi 2000 anni di storia, diventando una delle città più virtuose in Europa per verve ecologista.
Più verde, più pulita, con una migliore qualità di vita per i propri abitanti, questi i requisiti che deve avere una città per concorrere al premio di capitale ecologica d’Europa. Un “concorso” che si tiene da una dozzina d’anni, e che ha visto salire sul trono ecologico, borghi come Copenaghen, Nantes, Lubiana e Lisbona.
Quali sono le virtù di Grenoble? Dal 2005 si è dotata di un Piano per il clima riducendo le emissioni di gas serra del 25% con l’obiettivo di arrivare al 50% entro il 2030. Entro quest’anno produrrà l’equivalente del consumo dei suoi abitanti in energia rinnovabile, a zero emissioni di carbonio e zero nucleare. Le mense scolastiche acquistano almeno il 60% (il 95% gli asili nido) dei loro prodotti localmente o da fattorie biologiche. Dal 2014 sono stati messi a dimora più di 5.500 alberi e l’obiettivo è di arrivare a 10 mila prima del 2030.
L’evidentemente orgoglioso Eric Piolle ha dichiarato:
“Significa essere la vetrina della transizione ecologica dell’Europa per un anno. È un titolo che ci onora, certo, ma è anche una grande responsabilità, così come un incoraggiamento ad accelerare e andare oltre per trasformare la nostra vita. La posta in gioco è alta, così come la nostra volontà di agire con delle iniziative che stiamo lanciando per diventare un territorio a zero emissioni di carbonio entro dieci anni. Per raggiungere questo obiettivo ci affidiamo alla scienza e Grenoble è orgogliosa di contare su ricercatori e professionisti innovativi. Per sostenere questo anno di Capitale verde è stato creato un consiglio scientifico con l’incarico di gestire le controversie, garantire un buon livello di dibattito pubblico e perfezionare le decisioni prese dagli amministratori”.
Piolle ha ragione, è una grande responsabilità, perché questi cambiamenti non devono essere solo di facciata, ma un processo che, seppur lento, deve portare a traguardi sempre più alti. Ma soprattutto, Grenoble e le altre città, ci raccontano che farcela è solo una questione di volontà, non di possibilità. Certo, alcuni agglomerati sono più avvantaggiati di altri, ma spesso le lungaggini o le pastoie ai cambiamenti sono frutto di amministrazioni poco attente se non addirittura ostili al cambiamento. La parola d’ordine è “qualità di vita”, concetto che nei paesi nordici hanno assimilato molto meglio di noi. Un moltiplicatore di imposta, non può essere l’unico valore aggiunto di un comune: lo sono l’aria, la mobilità lenta e sicura, i mezzi pubblici, il verde, la possibilità di accedere a zone di svago. Insomma, ce la si può fare se si vuole.
E la pressione deve venire soprattutto dai cittadini, che possono sollecitare i propri rappresentanti in questa direzione.
La macchina(verde) è ormai avviata e per andare a pieno regime chiede l’aiuto di noi tutti. Avete voglia di spingere?