Le storie di guerra vanno prese con le pinze. Da che c’è memoria guerresca, le efferatezze e le atrocità del nemico vengono esagerate. Lo si fa per logica bellica, per motivare le proprie truppe, per fabbricare sacro furore quando la logica crea depressione e angoscia. Fa parte della retorica di guerra.
Questo significa che gli ucraini inventano e cercano di turlupinarci con finte nefandezze? No.
Durante la prima guerra mondiale, i soldati tedeschi furono accusati di atrocità in Belgio, soprattutto circolarono storie su bambini con le mani e piedi amputati e costretti a correre sui moncherini per divertire la soldataglia teutonica. Erano rapporti falsi, non ci sono mai state reali testimonianze che fatti del genere siano avvenuti. I soldati tedeschi commisero atrocità in Belgio? Sì, almeno 6’000 civili di una popolazione inerme (uomini, donne , bambini) furono uccisi dai tedeschi.
Durante l’invasione Irachena del Kuwait, ci fu un inchiesta ampiamente mediatizzata, secondo cui i soldati iracheni avevano strappato i bambini kuwaitiani dalle incubatrici di un ospedale pediatrico per rubare le attrezzature. La storia fu raccontata da un’infermiera, che poi si seppe essere la figlia di Saud Nasir al-Sabah, ambasciatore del Kuwait negli USA, e istruita dall’agenzia di pubbliche relazioni Hill & Knowlton. I soldati iracheni commisero atrocità in Kuwait? Si, centinaia di persone furono torturate e giustiziate sommariamente.
C’è una guerra in cui i soldati non commettono atti disumani e crudeli? No. Da che mondo e mondo, nessuno può chiamarsi fuori. I soldati, spesso per una serie di motivi ovvi, lasciano a casa la pietà e storditi dalla violenza non fanno più distinguo.
Eppure in ogni guerra c’è chi riesce a discernere. Nel massacro di Mi Lay in Vietnam, perpetrato dagli americani, furono trucidati a colpi di mitra e bombe a mano 504 civili inermi. Molte delle vittime furono torturate e stuprate.
Il massacro fu però fermato da un ufficiale e pilota di elicottero, Hugh Thompson, che atterrando nel villaggio si frappose tra i superstiti (pochi) e le sue stesse truppe, minacciando di aprire il fuoco su di esse.
Thompson fu decorato con la Soldier’s Medal, la massima onorificenza per chi salva dei civili, assieme a suoi due compagni dell’equipaggio.
Essere attenti a ciò che ci propinano i media e i social è un dovere, ma soprattutto è un dovere attendere le verifiche, che sennò ci portano come beoti a sposare cause truffaldine (vedi armi di distruzione di massa in Iraq). È però altrettanto un dovere non sminuire la portata di un’invasione violenta, che possiamo chiamare come cavolo ci pare ma è e rimane guerra.
Questo per dire che semplicemente gli ucraini, anche se lo fanno, non hanno bisogno di mentire. Nessun paese invaso, con i dovuti gradi di differenza, necessita di inventarsi storie.
Certo, esagerare la violenza e la ferocia del nemico fa sempre gioco, ma poi, a conflitto finito, spesso ci si rende amaramente conto che la fantasia in fondo rincorreva la realtà da vicino.
Per cui non è davvero importante se i cadaveri di Bucha siano veri o posizionati ad arte per creare una narrazione utile allo sforzo bellico ucraino. La guerra c’è, ci sono i bombardamenti, c’è la devastazione. Ci sono padri, madri, nonni che piangono su tombe sommarie, ci sono le fosse comuni e le schegge dei missili. Ci sono vite interrotte e futuri divorati.
Questa è la guerra, lo è sempre, senza pietà per nessuno. Atroce è la guerra in se stessa, nel suo agghiacciante significato intrinseco e tutto il resto sono solo storie mostruose dentro un libro di orrori. Un libro che l’umanità sta scrivendo da millenni a più mani e che non sembra avere ancora una fine.