Una vita da brigatista: è il momento di raccontarla. Grazie a Alessandro Bertante
Domanda: la narrativa si può insinuare nelle pagine più oscure della recente storia (o lontana cronaca) di una nazione ? Può addentrarsi nelle vicende personali che hanno in qualche modo condizionato e accompagnato la nascita e lo sviluppo di uno dei gruppi terroristici più attivi in Italia negli Anni di piombo, le Brigate rosse ?
Risposta: potrebbe. Anzi: sì, ma a una condizione. Che la penna sia sensibile e soprattutto onesta, che sappia soppesare ed equilibrare cronaca e fiction. Come nel caso di Alessandro Bertante, cinquantenne scrittore milanese (ma nato ad Alessandria) già noto per «Nina dei lupi» (2011) e «Gli ultimi ragazzi del secolo» (2016). Con «Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR» Alessandro Bertante tenta di fare luce su quella che Sergio Zavoli definì magistralmente come «La notte della repubblica».
Mordi e fuggi non è una sua versione della Storia ma un romanzo di formazione, quella del protagonista Alberto Boscolo, personaggio non si sa se inventato e fino a che punto ma comunque ben ancorato alla realtà dei tempi. È un giovane ragazzo di famiglia borghese che si ritrova nel pieno della sua crescita confrontato da una realtà familiare piuttosto tipica (media borghesia neanche reazionaria, semmai piuttosto stanziale) e da un’energia giovanile che «vogliamo tutto». Lo scontro è di quelli generazionali, i figli contro i padri sono pane quotidiano. Sottovalutati e comunque incompresi i giovani sentono l’imminenza del «sol dell’avvenire», il 68 lascia trasparire la prossima affermazione della fantasia al potere e la stretta collaborazione con gli operai (tante le occasioni di incontro e di lotta fra i due mondi, spesse volte fuse a formare un nuovo «soggetto»), i «vecchi» sembrano oramai prossimi alla fine. Con un’ultima spallata il cambiamento sarebbe «cosa fatta». Così almeno è la lettura, una delle letture, della società di quei tempi.
Alberto Boscolo viene qui descritto nel suo percorso in questo ambiente. Le manifestazioni, l’autogestione, la scelta della clandestinità. Tutto prende avvio da Piazza Fontana, dalle bugie che le istituzioni hanno propinato per difendere i fascisti (n.d.r: queste non sono opinioni ma fatti certificati negli anni successivi), la percezione del colpo di stato oramai imminente. E nella narrazione compaiono personaggi poi diventati tristemente noti: il Renato (Curcio), la Mara (Cagol), il Mega (Franceschini): Alberto è lì, condividere incontri e riunioni. Poi, dopo il grande passo della clandestinità, la narrazione va a parare nella descrizione di un’esistenza solitaria, noiosa come mai ce lo si potrebbe immaginare. E conti aperti con incomprensione che colpiscono gli affetti: la sua relazione amorosa è agli sgoccioli perché quando i silenzi obbligati sono più frequenti delle parole la coppia va in crisi. E il rifugio in certe letture … non c’è, perché le pagine allora dominanti (Ho Chi Min, Toni Negri, il Cacciari di allora) semplicemente sono astruse e di impossibile decodifica. I ponti con il mondo ufficiale vengono definitivamente tagliati con le prime progettazioni ed esecuzioni delle cosiddette «operazioni militari», il «mordi e fuggi» del titolo. È un percorso che porta dritto all’inferno, diciamolo. Tra colpi riusciti ed altri mancati, delusioni cocenti (come la morte di Osvaldo, cioè Gian Giacomo Feltrinelli) ed i primi arresti, il tragitto di Boscolo assume i toni dell’ autoconsapevolezza. Fino a quando, ed in modalità del tutto fortuita, non si ritrova in un pomeriggio afoso a tuffarsi in un fiume, immergersi in un’acqua «fresca e pulita»: una rivelazione.
La bellezza del libro è data tutta dallo stile di Bertante: semplice e chiaro, emotivo il giusto e razionale il necessario, con la precisa tensione che porta alla domanda, unica e ultima: cosa avrebbe fatto lui, in quegli Anni, nei panni del suo protagonista ? Una domanda che rimbalza anche nelle coscienze dei lettori. E questo è un gran merito di «Mordi e fuggi», non casualmente tra i titoli che già hanno superato un paio di ostacoli nel premio Strega 2022.
«Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR». 2022, di ALESSANDRO BERTANTE, ed. Baldini + Castoldi, 2022, pag. 205, Euro 17,00.