Da gennaio ci mancherà l’uomo dal ciuffo arancione (improvvisamente diventato bianco). Ci sveglieremo alla mattina e non ci saranno più notizie divertenti e assurde. Le nostre letture dei quotidiani torneranno alla normalità. Ma sarà una normalità pericolosa, perché con Trump non va in pensione il “trumpismo” e sarà necessario essere molto vigili.
Author: Ronny Bianchi
2030: quel che sarà, sarà
2030 uno: sono passati 10 dalla crisi del coronavirus. Che bilancio possiamo trarne? Semplice: non è cambiato nulla, o quasi e sicuramente non in positivo. Il Ticino arranca come sempre, impegolato in dinamiche politiche secolari.
2030 due: la pandemia ha modificato profondamente il nostro destino, in meglio. Quasi per miracolo, le forze politiche cantonali hanno capito che bisogna approfittare dell’occasione e sono riusciti ad accordarsi su un New Deal ticinese, che ha permesso di rilanciare la nostra economia nella giusta direzione.
Iniziativa UDC: suicidio economico
Sebbene le fake news facciano parte della quotidianità, quando la popolazione è chiamata a votare su temi importanti, sarebbe opportuno un minimo di correttezza. È indubbiamente questo il caso dell’iniziativa UDC sulla limitazione dell’immigrazione, che propone a getto continuo dati spesso scorretti o perlomeno fuorvianti.
Che diritto ho rispetto agli animali?
In fondo la domanda alla quale rispondere al 27 di settembre è relativamente semplice: dobbiamo permettere che centinaia di pecore o capre possano pascolare liberamente sulle nostre montagne per due o tre mesi l’anno o permettere a lupi e linci di mangiarne alcune decine (la cui perdita è rimborsata agli allevatori)? La convivenza è veramente impossibile? Perché invece non proviamo a studiare cosa si fa in quelle regioni dove lupi, linci e orsi convivono con l’uomo più o meno tranquillamente da sempre? Vogliamo veramente dare ai singoli cantoni il potere di decidere del futuro di questi animali che evidentemente non conoscono i confini?
Il mondo alla rovescia … anzi no
“Lo Stato deve mettere l’economia in grado di funzionare, e se per questo occorre fare deficit, che lo si faccia. Indebitiamoci anche per un miliardo, se sarà il caso”. Messa così questa affermazione non potrebbe che essere attribuita a un economista keynesiano (o di sinistra) ma, sorpresa, è stata fatta da Glauco Martinetti, presidente della Camera di Commercio. (Il Caffè del 16 agosto).
Nell’era del neofeudalesimo
Un neofeudalesimo si fa strada. Un’interessante teoria che vede il nostro mondo sempre più digitalizzato, ripetere schemi del passato medioevale
Qualcosa là fuori: il disastro climatico
Ogni tanto, quasi per caso, capita di leggere un romanzo che non ti aspetti, che avevi immaginato diverso. È il caso di “Qualcosa là fuori” di Bruno Arpaia, (Guanda), che racconta di un mondo nella seconda metà di questo secolo. Il mondo è ormai devastato dal disastro climatico e buona parte del pianeta è invivibile: l’acqua è un bene prezioso, il cibo una rarità, la violenza all’ordine del giorno. Come evidenzia l’autore nella postfazione, il mondo descritto è quello ipotizzato dagli scienziati nell’ipotesi in cui non si faccia nulla o troppo poco per cercare di salvare il nostro futuro e quindi la temperatura si avvicinerà alla soglia di allarme (e irreversibile) dei 4 gradi centigradi.
500 miliardi per chi?
Francia e Germania si sono accordati per un piano di 500 miliardi di euro da destinare ai Paesi che hanno maggiormente subito le conseguenze della pandemia. All’Italia dovrebbero andare 80 miliardi e altrettanti alla Spagna. Questa iniziativa ha stimolato la Commissione UE a raddoppiare (prestiti) la posta. È una buona cosa o no? Difficile rispondere.
A che normalità puntiamo?
Oltre a coronavirus le due espressioni che vanno per la maggiore sono: Torneremo alla normalità e Nulla sarà più come prima. In realtà nessuno è in grado di prevedere cosa succederà e come ci comporteremo quando tutto sarà finito. Tuttavia vale la pena di ragionare un pochino su questi due concetti.
Un nuovo futuro col reddito minimo
GAS mi ha chiesto più volte di scrivere a proposito del reddito minimo garantito o del reddito universale, ma ho sempre aggirato il tema trattandolo indirettamente. Oggi voglio provare ad accontentarlo immaginando un modello economico (minimo e indicativo) che parta proprio da questa idea, sperando poi che i lettori di Gas-Social possano contribuire con suggerimenti: anche se non interessa alla maggioranza della politica, nulla ci vieta di divertirci a immaginare un mondo migliore!