Due anime diverse del grunge, Kurt e Layne, due modi diversi di reagire al malessere esistenziale della generazione dei primi anni Novanta: nichilismo autodistruttivo da una parte, resa e abbandono a un tragico destino dall’altra. Se Cobain uccideva il grunge nel 1994, Layne Staley 8 anni dopo ne bruciava il corpo ormai consunto, una tragica coincidenza di date, a segnare la fine del movimento partito da Seattle per cambiare il modo di intendere la musica da allora in avanti.
The Sound of GAS
Il disco della domenica: Mellon Collie and the Infinite Sadness
Di pochi album si può dire che segnano realmente una cesura nel percorso storico-musicale di un epoca, riassumendo e superando quasi in modo dialettico tutto quello che è stato prima e preparando quello che sarà dopo. Uno di questi è senza ombra di dubbio “Mellon Collie and the Infinite Sadness”, il doppio album degli Smashing Pumpkins del 1995, capolavoro della mente contorta e arrogante di Billy Corgan
Dal gotico al pop, 40 anni di Cure
Cupi e oscuri agli esordi, pop ed eclettici in seguito, i Cure festeggiano quest’anno i loro 40 anni di carriera. All’annuncio di un paio di mesi fa di un nuovo disco in arrivo a brevissimo, seguirà un tour mondiale che toccherà anche la vicina Italia, con la data del 16 Giugno a Firenze Rock
1979: quarant’anni fa, un anno di rivoluzioni musicali
Quarant’anni fa, nel 1979, la storia della musica era segnata da una serie di incredibili esordi e dall’uscita di capolavori epocali. E voi, cosa ricordate di quell’anno?
Dicci qualcosa, Tracy!
Undici anni sono passati dalla pubblicazione dell’ultimo disco, l’intimista Our Bright Future, e in tempi come questi, di urla, di muri, di nuove discriminazioni e guerre contro i poveri, manca quella voce profonda ma al tempo stesso pacata, lo sguardo lucido sulle contraddizioni dell’America trumpista e del mondo invaso dalle Destre populiste. La voce di Tracy Chapman è tristemente assente, oggi, nei giorni in cui Trump costruisce muri e nel mondo il razzismo e l’omofobia dilagano come una nuova peste morale.
Massimo Volume, parole che squadrano l’animo informe
È difficile parlare dei Massimo Volume senza un massiccio dispiegamento di citazioni, perché nella loro opera le parole sono davvero tutto, racchiudono il senso dell’esperienza musicale della band bolognese, di cui “Lungo i Bordi” è l’apice compositivo. Un disco da ascoltare più volte, per rendersi conto dell’abisso in cui, salvo rare eccezioni, è precipitata la scrittura musicale italiana, e per ritrovare rari squarci di poesia.
Timoria, la via italiana (smarrita) al rock
In “Viaggio Senza Vento” c’è tutto quello che ci si aspetta da un disco rock: suoni granitici, vagamente ispirati al nascente grunge in stile Soundgarden, come iniziale “Senza Vento”, ballad con massicci muri di chitarra alla maniera dei maestri anglosassoni (la splendida “Sangue Impazzito”), e sperimentazioni dal suono orientale, in “Verso Oriente”, impreziosita da un sitar indiano e dalla partecipare di Eugenio Finardi. E
“Rhapsodies in Black”, quando il metal gioca con il pop
“Rhapsodies in Black”, lavoro di esordio del supergruppo Exit Eden: un disco coraggioso, in cui 11 brani pop, da Rihanna a Madonna ai Depeche Mode, vengono riarrangiati in chiave metal, un progetto musicale in cui si incontrano musicisti di diversi gruppi e soprattutto quattro grandissime voci femminili.